BOLOGNA
FC 1909 |
CALCIO
SERIE A - BOLOGNA: è tempo di mercato.
Spaventa l'obiettivo del decimo posto.
Il DS è un incognita, Diawara sacrificato?
A
me l'obiettivo decimo posto fa paura. La storia insegna: sempre meglio partire
dal basso e poi vedere come va....
Per i non più giovani ricordo che nel 1982 i proclami d'inizio campionato
furono "...andremo in Coppa Uefa", poi sappiamo tutti come andò
a finire.
A fine campionato i rossoblu di Donadoni si sono lasciati dietro le spalle sei
squadre. Un quattordicesimo posto che avremmo tutti firmato all'inizio del torneo.
Ma "quanto" sono costati i 42 punti finali alle casse rossoblu? Tanto,
tantissimo.
Il chairman Saputo (lode e gloria...) non ha mai nascosto la sua intenzione
di voler generare business con la sua azienda Bologna. Per arrivare al business
aveva varato un piano triennale di distribuzione della liquidità, piano
che è "saltato" subito in avvio, quando il brusco salto dalla
B alla A con Delio Rossi al timone ha messo a nudo tutti i limiti strutturali
di una rosa ricostruita quasi per intero dopo la promozione dello scorso anno.
Per
scongiurare un immediato ritorno tra i cadetti, che sarebbe stato drammatico
a livello finanziario, Saputo (e Fenucci....) hanno infilato la mano nel sacchetto
dei soldini per rimpolpare il gruppo con giocatori -Giaccherini in primis- rivelatisi
poi fondamentali per la permanenza tra le grandi.
Ma questo non cambia i piani di Saputo: tanti erano i milioni da spendere e
tanti restano. Se buona parte dei denari previsti se ne sono già andati
bisognerà "recuperare" nella sessione di mercato che va ad
incominciare.
Tradotto in soldoni significa che non usciranno denari freschi e nuovi, non
si investiranno altri milioni di euro che non provengano da cessioni eccellenti.
E non pensiamo solo a Diawara. In questo Bologna non esistono giocatori incedibili.
Dovesse arrivare l'offerta "giusta" tutti potrebbero cambiare lidi.
E non perchè il patron non disponga di liquidi nella sua cassaforte,
ma solo perchè giustamente fedele alla sua linea di spesa sottoscritta
alla presa di comando. Ricordiamo che tra debiti pregressi, acquisto del club,
ingaggi, aumenti di capitale, restyling del Dall'Ara, ecc.., mr. Joey ha hià
sborsato una cifra vicina ai 100 milioni di euro!
Ora entra in ballo il nome del DS, con Bigon in pole. La matematica è matematica. Arrivare decimi anzichè quattordicesimi significa costruire una squadra più forte, non ci piove. Migliorare acquistando sul mercato bravi giocatori non è mai nè facile nè scontato. A maggior ragione migliorare la squadra vendendo i giocatori più forti assume i contorni dell'impresa. Corvino poteva essere ancora la persona giusta in questo senso, puntando molto sui giovani "di prospettiva" con ingaggi alla portata, ma i modi operativi e gli obiettivi di Fenucci erano troppo distanti dai percorsi battuti da Corvino. E dunque via Corvino per arrivare a chi? Occorre -in fretta- un operatore bravo a comprare, ma soprattutto bravo a vendere. Perchè i giocatori in rosa, considerando anche quelli di ritorno per fine prestito, sono illimitati e non per nulla il monte ingaggi del Bologna è l'ottavo della serie A. Troppi soldi buttati per giocatori inutili e inutilizzati. Giocatori difficili da piazzare per chiunque: troppo deboli per trovare posto in A, nemmeno come rincalzi, oppure con stipendi troppo alti per le esigue casse della serie B.
E qui sta il nodo cruciale e contraddittorio: occorrerà vendere giocatori bravi per riuscire a pagare giocatori deboli, che a Bologna hanno piazzato le tende da anni e che non hanno nessuna intenzione di spostarsi rinunciando ai loro lauti ingaggi. E' chiaro che la figura del direttore sportivo diventa fondamentale, centrale all'interno del progetto. Ma i DS più bravi sono generalmente abituati ad avere un portafoglio da gestire per i loro acquisti. Qui no, il portafoglio non c'è, occorre farselo da sè, vendendo un giocatore forte per poi riuscire ad acquistarne due ancora più forti investendo una parte dei ricavi (ricordo che una parte andrà sempre ad occupare il "tesoretto" necessario al pagamento degli ingaggi già in essere). Più che un DS servirebbe un mago. Non credo che un dirigente attualmente in organico all'interno di un grosso club, cito Sabatini ma i nomi sono tanti, possa accettare un simile ridimensionamento, sia di obiettivi che di movimenti in sede di mercato.
E
intanto il tempo passa senza che nessuno possa decidere chi prendere e chi scartare,
magari pescando tra quei giovani che in serie B hanno fatto benissimo e che
non andrebbero a pesare troppo sul monte ingaggi rossoblu. Ogni giorno che c'è
un giovane forte che trova squadra, ma la dirigenza pare non avere fretta. Mostra
calma apparente. E' vero che la calma è la virtù dei forti ma
un po' di paura personalmente la nutro. Per questo l'obiettivo decimo posto
può risultare un boomerang. Non ci sono al momento presupposti che portino
a credere di vedere in campo il prossimo anno una squadra più forte di
quella attuale. Soprattutto se i pezzi pregiati saranno sacrificati sull'altare
delle strategie di mercato. E se Saputo terrà fede alla sua linea di
mercato di massima economia. Onde evitare cali di tensione legati al mancato
raggiungimento di un traguardo (Verona insegna...), molto meglio motivare da
subito la testa dei giocatori in funzione di un premio salvezza e così
tenerli sul pezzo fino alla 38° giornata. Poi se il campo dovesse regalarci
una squadra pronta per la parte sinistra tanto meglio, evviva per tutti e salti
di gioia. Ma ora proprio no, o almeno non ancora....
Roberto Zerbini
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